Odori, profumi, aromi e sapori… Quante volte ci riportano con la mente in luoghi lontani, passati recenti o remoti, in desideri futuri? E poi capita di perdersi in un mare di ricordi, sentimenti, emozioni e sensazioni; di cominciare a immaginare trovandoci in un labirinto di fantasie dal quale nessuno vorrebbe più uscire. Perché allora non condividere tutto? L’idea è quella del “viaggio attraverso i sapori!”, ossia attraverso un ingrediente o la ricetta di un dolce riscoprire il luogo della sua origine, indagare sulla sua storia fino ad inventarne una nuova. Così la passione per il viaggio e per il racconto, si mescola agli elementi della buona cucina. Sei una buona forchetta e hai la valigia sempre pronta? Vieni e confrontati con le nostre idee!

mercoledì 17 ottobre 2012

TRADITION !!!

INGREDIENTI:
  • Roma;
  • Giacomo e Rebecca, giovani sposi;
  • Chuppah;
  • Tradizione.


(Dedicato a due cari amici)

Mi chiamo Giacomo, Yacov per il resto dei miei familiari; sono ebreo.
I miei nonni si stabilirono in Italia, a Roma, dopo la seconda guerra mondiale. Sono  cresciuto e pasciuto nel “ghetto”, ma oggi vivo in centro. A proposito: mi sono sposato da poco. Mia moglie (bellissima davvero, non potete averne un’idea) si chiama Rebecca. E’ vero non esiste nome più ebraico di questo, ma neanche persona che sia più cattolica.
La verità è che dopo averla conosciuta mi sono convertito anche io:
-Yacov!- tuonò mio nonno quando lo seppe – Stai tradendo i tuoi padri…
-Nonno, io ho un solo padre.
-I tuoi insegnamenti… Mosè!!!
-Ma nonno… lascia che Mosè riposi in pace, credi davvero gliene freghi qualcosa di me? Ascoltami, non dimenticherò nulla degli insegnamenti che mi avete dato. Li porterò nel mio cuore, sono parte di me e della mia vita, solo li leggerò sotto una luce diversa.
Mio nonno non mi parlò per un mese. Credo che abbia persino pianto. Mi immagino che abbia trascorso lunghe notti insonni a pregare per me. 
Poi ha accettato il fatto.
-Ascoltami! Se come tu dici manterrai dentro di te le nostre tradizioni, spero almeno che ti sposi secondo il rito ebraico…
-No, lo farò secondo il rito cristiano.
-Cazzo!- esclamò arrabbiatissimo. 
Credo che se avesse potuto mi avrebbe fatto a fettine sottilissime con un coltello da macellaio.
-Ma allora cosa rimarrà di me in te?- Scoppiò a piangere di nuovo.
Un paio di giorni più tardi in occasione del mio battesim-comunion-cresima, un  sacramento istituito apposta per casi speciali a quanto pare, chiesi al sacerdote se potessi introdurre nel matrimonio uno dei riti tipici della mia cultura. Con mio grande stupore, e nel rispetto dell’integrità psicofisica di mio nonno, mi rispose che in effetti, pur non essendo molto praticato oggi, i primi cristiani mantennero nel giorno del matrimonio un’usanza tipicamente ebraica: l’uso della Chuppah.
“La Chuppah è un manto che viene posto sul capo degli sposi a mo’ di baldacchino. Esso simboleggia la creazione, nel momento del matrimonio, di un nuovo focolare domestico sacro. I quattro lati del manto infatti rappresentano delle mura che però non sono chiuse ma aperte (simbolo dei valori di ospitalità e accoglienza). Se ci fate caso poi, il manto copre gli sposi dall’ alto così come fa la benedizione di Dio”.
Decisi di non dire niente a mio nonno. Volevo fargli una sorpresa.
Il giorno del matrimonio Rebecca era magnifica. 
Nel vederla dimenticai ogni cosa avessi imparato e ripetuto, le parole del rito, tutto! Quando arrivò da me, anziché baciarle la fronte, la baciai sulle labbra. Lei arrossì ma sorrise, mentre il prete ci ricordava che quello non era ancora il momento.
Prima della fine della celebrazione, si compì il rito della Chuppah e poi baciai la sposa (di nuovo).
Durante i festeggiamenti al ristorante, andai da mio nonno.
Da lontano vidi il suo sguardo severo e orgoglioso seguirmi mentre mi avvicinavo.
-Nonno! Allora, pensi che Mosè abbia gradito?
Prima corrugò la fronte, ma poi non potendo più trattenersi scoppiò a ridere.
-Sei un cristiano! Lavati la bocca col sapone prima di parlare di Mosè, insolente!
Mi abbracciò forte.
-Cristiano o ebreo, tu sei mio nipote. Viviti l’amore perché Dio è amore. Chiediti cosa sia, indaga sulla sua realtà, prega perché ti sia insegnato ogni giorno ad amare di più.
Sai una cosa? Sono felice per te. Ho piantato un seme in mio figlio, e mio figlio lo ha piantato in te. Ma è stato Dio a irrigarlo, solo fa lo stesso con i tuoi figli.

Mio nonno aveva ragione. Avrei seguito i suoi insegnamenti. Ogni tradizione ne ha uno di base, e se le tradizioni possono contaminarsi fino ad estinguersi del tutto, ciò non vale per gli insegnamenti che le sostengono.

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