Odori, profumi, aromi e sapori… Quante volte ci riportano con la mente in luoghi lontani, passati recenti o remoti, in desideri futuri? E poi capita di perdersi in un mare di ricordi, sentimenti, emozioni e sensazioni; di cominciare a immaginare trovandoci in un labirinto di fantasie dal quale nessuno vorrebbe più uscire. Perché allora non condividere tutto? L’idea è quella del “viaggio attraverso i sapori!”, ossia attraverso un ingrediente o la ricetta di un dolce riscoprire il luogo della sua origine, indagare sulla sua storia fino ad inventarne una nuova. Così la passione per il viaggio e per il racconto, si mescola agli elementi della buona cucina. Sei una buona forchetta e hai la valigia sempre pronta? Vieni e confrontati con le nostre idee!

lunedì 8 ottobre 2012

Il sentiero e la speranza

INGREDIENTI:
  • Una studentessa;
  • Ponte Malmö;
  • Un anello con pietra di smeraldo;
  • Speranze.


Il giorno della tesi di laurea è un momento cruciale nella vita di ogni studente, dopo il quale, di solito, si è troppo stanchi per prendere qualsiasi decisione: si lascia passare il tempo(a volte molto tempo) in attesa di un segno o una luce che indichi un cammino, o quanto meno si aspetta di essere annoiati abbastanza prima di darsi la scossa decisiva; parlo di quell’input generato dalla coscienza sociale che ti dice: “Hei fallito! Sei già ingrassato cinque chili, il divano ha preso la forma del tuo culo e le tue dita sudate hanno cancellato i numeretti dai tasti del telecomando. Che merda è questa? Vai a lavorare!”.
Più spesso questa voce interiore si sovrappone con quella esteriore di alcuni genitori; di quella branca d’individui, intendo, per i quali i momenti di stasi e riposo dei figli corrispondono ad una serie di pensieri pessimistici sul loro futuro; quelle persone, voglio dire, che ancora non hanno chiara l’idea per cui le pressioni psicologiche hanno il solo effetto di aumentare la letargia emozionale della loro prole fancazzista.
Claude però non apparteneva alla razza di studenti di cui vi ho parlato.
Lei investiva in ogni aspetto della vita: “Dalle emozioni nascono più opportunità di quante ne possa offrire un’agenzia interinale…”, aveva scritto come incipit nella sua tesi di laurea in psicologia sociale. “Gli inoccupati dovrebbero investire le loro risorse in quegli elementi trascurati dalle leggi economiche, guidate dal pragmatismo e dalla concretezza: il tempo libero, la fantasia, i rapporti familiari e sociali, la religione, gli hobbies. La malattia della nostra era è la speranza, o per meglio dire, quell’attesa nel miglioramento generata da falsi o inappropriati valori sociali…”. L’idea di Claude era quella per cui ogni persona deve essere consapevole del proprio valore e sforzarsi di lavorare su se stesso perché gli altri lo apprezzino, cercando di coniugare la ricerca di quelle che lei chiama le “opportunità interiori” con quelle “esteriori”.
-Papà mi capisci adesso? Ascoltami: prometto che una parte dei soldi del nonno li metterò da parte come mi hai consigliato tu, che quando tornerò cercherò lavoro qui, e starò attenta per tutta la durata del viaggio…
-Spiegami almeno cosa pensi di ricavarci da questo giro!
-Innanzitutto la parola giro è inappropriata…
-Tesoro ascolta, non fare la dottoressina con me, se no il tuo caro papino ti farà girare in Europa con gli spiccioli che ha adesso in tasca-  e cacciò fuori delle monete che sommate sarebbero state circa 20 corone.
-Ma papà! Papà mi conosci bene! Ho le mie idee, tu hai le tue, e lo sai che io sono testarda almeno quanto te!
-Ma spiegami almeno perché vuoi farlo da sola!
La discussione durò ancora a lungo, ma qualche giorno dopo Claude prese comunque posto sul treno in partenza per Copenaghen. Il suo viaggio alla ricerca di un’occasione sarebbe iniziato da lì.
Quando entrò in treno notò che il compartimento della carrozza in cui si trovava era vuoto. Aveva già immaginato di cominciare a conoscere nuove persone a partire dalla stazione, il fatto che si trovasse seduta da sola gli sembrò un brutto segno.Ebbe paura: “Forse papà ha ragione! Le mie teorie funzionano solo sulla carta, e poi chi sono io per affrontare un viaggio come questo da sola? E cosa spero di ottenere?”.
Tra tutti i pensieri però, il peggiore era quello di ritornare a casa sconfitta, dichiarare che ciò in cui aveva tanto creduto era solo una splendida bolla d’aria e nient’altro.
Si alzò dal suo posto e si avvicinò all'uscita della carrozza. Fece come per scendere, poi un raggio di sole si rifletté su qualcosa che le infastidì la vista: era l’anello che portava al dito.
“Questo è perché tuo nonno era innamorato di te e dei tuoi sogni come lo era di me”, questo le scrisse sul biglietto che accompagnava la scatola del suo regalo per la laurea.
Quello che adesso portava al dito era l’anello di fidanzamento di sua nonna, un gioiello di rara bellezza: oro bianco e un ovale di smeraldo incastonato. Aveva un sentore di antico e prezioso, un oggetto carico di ricordi e presagi, doveva essere intriso di lacrime e sorrisi, di dolori e speranze, di sconfitte e vittorie.
Suo nonno era italiano, emigrato nei paesi del nord dopo essere stato fatto prigioniero dai russi nella seconda guerra mondiale. Quando lo liberarono conobbe sua moglie e se ne innamorò. Sapeva che avrebbe dovuto rimpatriare, ma le chiese di aspettarlo per un anno, perché congedatosi dall’esercito, sarebbe andato a vivere da lei a Malmö.
-Tuo nonno era una persona coraggiosa! Neanche per un giorno della sua vinta si pentì della sua scelta e neanche un minuto dubitò del fatto che ci saremmo amati per sempre.
Claude si ricordò delle parole di sua nonna.
Quell’uomo aveva avuto coraggio di credere nell’intangibile, aveva una strada nel cuore e aveva scelto di percorrerla.
Il tradizionale fischio del capotreno fece trasalire la ragazza.
“Parto!” pensò decisa e si mise a sedere.
Durante il viaggio attraversò il lungo ponte di Malmö, quello che collega Svezia e Danimarca.
Era una splendida giornata di sole. Claude guardava fuori dal finestrino e i piloni del ponte intervallavano momenti di luce a momenti d’ombra.
Era come vedere una pellicola degli anni venti che scorreva lentamente nel proiettore.
“Sto guardando un film di cui io sarò la protagonista, la mia vita è un’avventura! Non abbandonerò le mie speranze, ma lotterò perché siano reali. Non getterò al vento i miei anni arrendendomi alla realtà:  cercherò di dominarla per essere padrona della mia vita. Non voglio essere spettatrice, ma attrice! Non voglio credere a quello che mi dicono, ma a quello che io so, a quello che io ho nel cuore…
“Nel cuore di ognuno di noi c’è un cammino. A volte è coperto di polvere, erbacce e rami secchi. A volte si tratta di un sentiero nascosto dalla nebbia del tempo. A volte siamo noi a doverlo tracciare consapevolmente, altre volte bisogna chiudere gli occhi e lanciarsi, e se si sbaglia tanto meglio, si riprova!
Un cammino non è sempre una strada dritta: può essere tortuoso, in salita o in discesa; può nascondere insidie, delusioni e tradimenti.
“Un cammino non è un percorso tracciato, è una strada piena di bivi, deviazioni per lavori in corso, segnaletiche ingannevoli e obsolete. Un cammino è incerto quando è incerto e sicuro quando è sicuro.
Ogni cammino però ha una partenza e una meta: se si vuole percorrerlo bisogna darsi il tempo di una vita, riposare quando si è stanchi, ma non approfittarsi del tempo; correre quando ci si sente pieni d’energia, ma non forzare l’arrivo alla meta. Bisogna lottare contro nemici esterni e interni, alcuni avranno anche le nostre stesse sembianze...”
A tutto questo pensava Claude che aveva fatto della sua vita un continuo insegnamento, il più grande dei quali è: la meta di un cammino è il coraggio di percorrerlo.

(Sfida Claudia De Simone)


IL TURISTA GOLOSO

1 commento:

  1. è molto lontano da quello che avevo in mente, ma infondo la mia sfida aveva proprio come scopo farmi vivere e gustare questi pochi ingredienti della mia vita con occhi diversi!....bello!!! grazie ragazzi! : )
    Claudia.

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