INGREDIENTI:
IL TURISTA GOLOSO
- Una studentessa;
- Ponte Malmö;
- Un anello con pietra di smeraldo;
- Speranze.
Il
giorno della tesi di laurea è un momento cruciale nella vita di ogni studente,
dopo il quale, di solito, si è troppo stanchi per prendere qualsiasi decisione:
si lascia passare il tempo(a volte molto tempo) in attesa di un segno o una
luce che indichi un cammino, o quanto meno si aspetta di essere annoiati
abbastanza prima di darsi la scossa decisiva; parlo di quell’input generato dalla
coscienza sociale che ti dice: “Hei fallito! Sei già ingrassato cinque chili,
il divano ha preso la forma del tuo culo e le tue dita sudate hanno cancellato
i numeretti dai tasti del telecomando. Che merda è questa? Vai a lavorare!”.
Più
spesso questa voce interiore si sovrappone con quella esteriore di alcuni
genitori; di quella branca d’individui, intendo, per i quali i momenti di stasi
e riposo dei figli corrispondono ad una serie di pensieri pessimistici sul loro
futuro; quelle persone, voglio dire, che ancora non hanno chiara l’idea per cui
le pressioni psicologiche hanno il solo effetto di aumentare la letargia
emozionale della loro prole fancazzista.
Claude
però non apparteneva alla razza di studenti di cui vi ho parlato.
Lei
investiva in ogni aspetto della vita: “Dalle emozioni nascono più opportunità
di quante ne possa offrire un’agenzia interinale…”, aveva scritto come incipit
nella sua tesi di laurea in psicologia sociale. “Gli inoccupati dovrebbero
investire le loro risorse in quegli elementi trascurati dalle leggi economiche,
guidate dal pragmatismo e dalla concretezza: il tempo libero, la fantasia, i
rapporti familiari e sociali, la religione, gli hobbies. La malattia della
nostra era è la speranza, o per meglio dire, quell’attesa nel miglioramento
generata da falsi o inappropriati valori sociali…”. L’idea di Claude era quella
per cui ogni persona deve essere consapevole del proprio valore e sforzarsi di
lavorare su se stesso perché gli altri lo apprezzino, cercando di coniugare la
ricerca di quelle che lei chiama le “opportunità interiori” con quelle
“esteriori”.
-Papà
mi capisci adesso? Ascoltami: prometto che una parte dei soldi del nonno li
metterò da parte come mi hai consigliato tu, che quando tornerò cercherò lavoro
qui, e starò attenta per tutta la durata del viaggio…
-Spiegami
almeno cosa pensi di ricavarci da questo giro!
-Innanzitutto
la parola giro è inappropriata…
-Tesoro
ascolta, non fare la dottoressina con me, se no il tuo caro papino ti farà
girare in Europa con gli spiccioli che ha adesso in tasca- e cacciò fuori delle monete che sommate
sarebbero state circa 20 corone.
-Ma
papà! Papà mi conosci bene! Ho le mie idee, tu hai le tue, e lo sai che io sono
testarda almeno quanto te!
-Ma
spiegami almeno perché vuoi farlo da sola!
La
discussione durò ancora a lungo, ma qualche giorno dopo Claude prese comunque
posto sul treno in partenza per Copenaghen. Il suo viaggio alla ricerca di
un’occasione sarebbe iniziato da lì.
Quando
entrò in treno notò che il compartimento della carrozza in cui si trovava era
vuoto. Aveva già immaginato di cominciare a conoscere nuove persone a partire
dalla stazione, il fatto che si trovasse seduta da sola gli sembrò un brutto
segno.Ebbe paura: “Forse papà ha ragione! Le mie teorie funzionano solo sulla
carta, e poi chi sono io per affrontare un viaggio come questo da sola? E cosa
spero di ottenere?”.
Tra
tutti i pensieri però, il peggiore era quello di ritornare a casa sconfitta,
dichiarare che ciò in cui aveva tanto creduto era solo una splendida bolla d’aria
e nient’altro.
Si
alzò dal suo posto e si avvicinò all'uscita della carrozza. Fece come per
scendere, poi un raggio di sole si rifletté su qualcosa che le infastidì la
vista: era l’anello che portava al dito.
“Questo
è perché tuo nonno era innamorato di te e dei tuoi sogni come lo era di me”,
questo le scrisse sul biglietto che accompagnava la scatola del suo regalo per la laurea.
Quello
che adesso portava al dito era l’anello di fidanzamento di sua nonna, un
gioiello di rara bellezza: oro bianco e un ovale di smeraldo incastonato. Aveva
un sentore di antico e prezioso, un oggetto carico di ricordi e presagi, doveva
essere intriso di lacrime e sorrisi, di dolori e speranze, di sconfitte e
vittorie.
Suo
nonno era italiano, emigrato nei paesi del nord dopo essere stato fatto
prigioniero dai russi nella seconda guerra mondiale. Quando lo liberarono
conobbe sua moglie e se ne innamorò. Sapeva che avrebbe dovuto rimpatriare, ma
le chiese di aspettarlo per un anno, perché congedatosi dall’esercito, sarebbe
andato a vivere da lei a Malmö.
-Tuo
nonno era una persona coraggiosa! Neanche per un giorno della sua vinta si
pentì della sua scelta e neanche un minuto dubitò del fatto che ci saremmo
amati per sempre.
Claude
si ricordò delle parole di sua nonna.
Quell’uomo
aveva avuto coraggio di credere nell’intangibile, aveva una strada nel cuore e
aveva scelto di percorrerla.
Il
tradizionale fischio del capotreno fece trasalire la ragazza.
“Parto!”
pensò decisa e si mise a sedere.
Durante
il viaggio attraversò il lungo ponte di Malmö, quello che collega Svezia e Danimarca.
Era
una splendida giornata di sole. Claude guardava fuori dal finestrino e i piloni
del ponte intervallavano momenti di luce a momenti d’ombra.
Era
come vedere una pellicola degli anni venti che scorreva lentamente nel
proiettore.
“Sto
guardando un film di cui io sarò la protagonista, la mia vita è un’avventura!
Non abbandonerò le mie speranze, ma lotterò perché siano reali. Non getterò al
vento i miei anni arrendendomi alla realtà:
cercherò di dominarla per essere padrona della mia vita. Non voglio
essere spettatrice, ma attrice! Non voglio credere a quello che mi dicono, ma a
quello che io so, a quello che io ho nel cuore…
“Nel
cuore di ognuno di noi c’è un cammino. A volte è coperto di polvere, erbacce e
rami secchi. A volte si tratta di un sentiero nascosto dalla nebbia del tempo.
A volte siamo noi a doverlo tracciare consapevolmente, altre volte bisogna
chiudere gli occhi e lanciarsi, e se si sbaglia tanto meglio, si riprova!
Un
cammino non è sempre una strada dritta: può essere tortuoso, in salita o in
discesa; può nascondere insidie, delusioni e tradimenti.
“Un
cammino non è un percorso tracciato, è una strada piena di bivi, deviazioni per
lavori in corso, segnaletiche ingannevoli e obsolete. Un cammino è incerto
quando è incerto e sicuro quando è sicuro.
Ogni
cammino però ha una partenza e una meta: se si vuole percorrerlo bisogna darsi
il tempo di una vita, riposare quando si è stanchi, ma non approfittarsi del
tempo; correre quando ci si sente pieni d’energia, ma non forzare l’arrivo alla
meta. Bisogna lottare contro nemici esterni e interni, alcuni avranno anche le
nostre stesse sembianze...”
A
tutto questo pensava Claude che aveva fatto della sua vita un continuo
insegnamento, il più grande dei quali è: la meta di un cammino è il coraggio di
percorrerlo.
(Sfida Claudia De Simone)
(Sfida Claudia De Simone)
IL TURISTA GOLOSO
è molto lontano da quello che avevo in mente, ma infondo la mia sfida aveva proprio come scopo farmi vivere e gustare questi pochi ingredienti della mia vita con occhi diversi!....bello!!! grazie ragazzi! : )
RispondiEliminaClaudia.